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Il maestro di danza

di Silvia Bassi

Le varie difficoltà che i maestri di danza, nel ruolo di educatori, si trovano ad affrontare nelle scuole di danza ha portato, negli ambiti accademici, alla necessità di non poter fare a meno di confrontarsi con le basi della psicopedagogia e della psicologia evolutiva.

Si insegna la danza rispettando le tappe di sviluppo dell’età evolutiva. Il rispetto dello sviluppo psicomotorio permette di salvaguardare la salute psico-fisica dei propri allievi.

Infatti, nel lavorare con bambini e adolescenti bisogna considerare, oltre a una varietà di fattori relativi al contesto sociale e familiare, anche fattori relativi alle loro capacità emotive e relazionali, cognitive, linguistiche, motorie, etc.

foto Maurizio De Nisi

Le diverse tappe dello sviluppo richiedono percorsi differenti. Infatti, se il corso è calibrato a livello troppo elevato, gli allievi (bambini o ragazzi) non riusciranno a impegnarsi e a partecipare attivamente. Se, al contrario è calibrato a livello troppo basso rispetto alle loro capacità, questi potrebbero sentirsi poco valorizzati, si annoierebbero e perderebbero interesse verso il corso.

Il compito principale di un maestro di danza è quello di far emergere, con i giusti atteggiamenti, gli strumenti tecnici e le conoscenze, in ogni allievo le potenzialità che lo hanno portato ad iscriversi nella vostra scuola.

L’insegnamento non deve risultare una fredda spiegazione tecnica ma deve poter accogliere le diverse caratteristiche e le varie personalità. Ogni allievo, infatti, deve imparare a esprimere il proprio talento in modo personale.

Pertanto, è importante che il maestro sia sempre aggiornato e possa incrementare competenze ed evolvere nel campo dell’insegnamento.

La Maestra Giovanna Spalice, già Etoile del Teatro San Carlo di Napoli – Foto Ezio Bevere

È errato pensare di poter dare delle risposte ai problemi dei propri allievi facendo leva unicamente sulle proprie esperienze di ballerini. 

Avere una buona conoscenza della tecnica o essere stato un ballerino professionista non è sufficiente a trasferire le competenze e farle acquisire agli allievi.

Gli studi più recenti descrivono la figura dell’insegnante facendo riferimento a tre caratteristiche che deve possedere:

“ sapere”, ovvero ciò che ha a che fare con la conoscenza,

“saper fare”, ovvero ciò che ha a che fare con le competenze tecniche “saper essere”, ovvero ciò che ha a che fare con gli atteggiamenti individuali, con le abilità sociali e con il “modo di essere” dell’insegnante.

Formare significa letteralmente “dare la forma”, vuol dire trasmettere conoscenze, competenze tecniche e atteggiamenti, attraverso 3 livelli: cognitivo (sapere), operativo (saper fare) ed emotivo (saper essere) (Quaglino e Carozzi , 1998).

E’ quindi di fondamentale importanza che il maestro di danza:

  1. conosca l’oggetto di ciò che insegna (sapere)
  2. sappia a sua volta fare (saper fare) ciò che richiede al suo allievo.
  3. Sia in grado di strutturare un efficace rapporto interpersonale attraverso i propri atteggiamenti (saper essere).

Qualsiasi insegnamento che voglia raggiungere obiettivi di crescita dei soggetti coinvolti deve poter agire su più strati della persona e non dovrebbe limitarsi a un percorso inteso come semplice trasmissione di nuove tecniche (saper fare) e conoscenze (sapere).

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